Atterraggio Alieno "Il Disgelo"

Uscito il 12 marzo 2012 - SUB 006

Distribuzione Audioglobe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il Disgelo” è un acquerello di Paul Klee, dalle tinte pastello delicate, morbide, ma dai contorni decisi. Una poesia di Cortazar, nella quale ci viene svelata con preziosa essenzialità la dolciastra illusione dell'amore. Un film di Pasolini, senza eroi, senza trame sensazionalistiche, senza vincitori, dove gli unici protagonisti siamo noi, quelli dal vissuto - all'apparenza - non sorprendente. Un libro della Arendt, dove vengono messe a nudo le debolezze umane, senza troppi sconti e analisi macchinose. [...] E' un disco di quelli che restano, di quelli che ti si posano dentro, continuando a darti piccole dosi di qualcosa di sé. Un soffuso, pregiato intimismo introspettivo. Una volta provato, diventerà difficile farne a meno.
Chiara Angius - Rockit - ottobre 2012

Lavoro di miracolosa tenuità, di commovente dolcezza, di soffici carezze, di scritti d’amore e speranze. Rimane incomprensibile il continuo sodganamento di barbe incolte e sgabelli che viene perpetrato in Italia, ormai centro d’accoglienza di qualunque semi-porcata abbia il suono lieve di una chitarra ascustica, rimane di conseguenza comprensibile perchè Atterraggio Alieno non abbia ancora ricevuto l’onore di un riflettore gigante, l’onore della luce e degli applausi. ‘Il Disgelo’ è un piccolo grande capolavoro di trepidazione e suggestione. Un piccolo polmone di ammalianti respiri. “Noi saremo ricchi amore…”.
Emanuele Tamagnini - Nerds Attack - giugno 2012

Non capita molto spesso, anzi, rarissimamente perdersi dentro un disco, ma le eccezioni non mancano, tutto può succedere tra le spazzole discrete, il banjo e una viola che accarezzano Alaska, nel country pensieroso della titletrack o nel sospiro nebbioso che disegna “Ho visto cose, sì, tutto può succedere è realmente accade dentro piccole opere come questa, ti attraggono e tu con curiosità ci metti la testa dentro e ti trovi a volare come un omino blu di Fòlon.
Grande disco e grande artista in conferma assoluta, un Atterraggio Alieno che vale milioni di volte in più di un decollo umano.
Max Sannella - Shiwerwebzine - marzo 2012

Un ufo del pop che plana con morbidezza da chissà quale dimensione siderale con un cd, Il disgelo (Suburbansky records), disponibile a comunicarci un mondo pacato e chiuso in pochi, cesellati suoni di strumenti che evocano piccole storie malinconiche, silenziose ribellioni, paradossi appena accennati, sofferenze bisbigliate.[...]
Fulvio Paloscia - La Repubblica - 26/9/2012

Scivolano via le note suadenti e rilassanti di  Il Disgelo, regalandoci attimi di calore, attimi di Vita forse per troppo tempo nascosta dietro lastre di ghiaccio o enormi scudi di antiche battaglie.   Il disco è composto da 10 morbide tracce, che vi impegneranno per  39 minuti di riflessione e amore. Ancora una volta mi scuso con i distratti, ma vi invito a non rischiare di entrare in questo mondo così ricercato, ne uscireste delusi. Chi avrà tempo per  conoscere e voglia di ascoltare invece si innamorerà di questa melodia e della voce particolare di questo bravo autore fiorentino. [...]
Cristiano Chelini - RadioCage - marzo2012

La poesia minimale di “Saremo ricchi amore” apre “Il disgelo” e dona da subito una timida speranza a tutti i precari, sottile ma più corale di un inno generazionale. “Nero petrolio” sfodera un dobro danzante che pare mettere in testa dei Perturbazione un bel cappello di paglia per farli suonare gonfi di whisky nelle immense strade di campagna americane. Poi la disarmante melodia di “Cervello Lo-Fi”, giusto per farci capire come stare in equilibrio, per far risuonare la frequenza dei battiti cardiaci e delle scariche neuronali. Pianoforte, violino e una timida chitarra acustica stracciano a pezzi il dolore, prendendolo a morsi nell’episodio più intenso del disco: “I tuo male tra i denti”, violenza, rabbia, dolcezza ed eleganza in 4 minuti. Potere della musica pop. Il disco è immensamente arrangiato, semplicissimo, ma mai scontato, proprio come le fantastiche ritmiche ballerine che ogni tanto appaiono come fantasmi di vitalità, giusto a fomentare un pelo la fiamma e a combattere i desolanti paesaggi di “Alaska” e “Vorkuta”. Non sia mai che il ghiaccio guadagni un po’ di terreno.
Marco Lavagno - Rockambula - giugno 2012

"Il disgelo" dal titolo dà già l'idea di un qualcosa dai ritmi lenti e l'attitudine discreta, tuttavia il cantautore (la definizione la si può orami usare senza remore) fiorentino mostra anche umori diversi da quelli compassati e lievemente malinconici che aveva già fatto conoscere ai propri ascoltatori: ecco allora fare capolino tra un brano e l'altro uno sgargiante - quasi prorompente - banjo, nota solare in un insieme sonoro che vede mescolarsi di volta il volta glockenspiel, fisarmonica, un'isolata sega ad arco, contrabbasso, piano e tastiere assortite, fino ad archi.
Marcello Berlich - Losing Today - settembre 2012

Nostalgie e stupori si confondono in questo piccolo gioiellino strumentale. Policarbonato trasparente avvolge melodia e parole. E’ musica da parco, musica per inebriarsi dei primi raggi solari. A pochi passi dalla navicella stellare l’Alieno imbraccia la sua chitarra venuta anch’essa da un altro corpo celeste e comincia il suo spettacolo con “Saremo ricchi, Amore”. Non solo gli umani provano sentimenti. [...] Francesco Falorni si è fatto Alieno e ci riesce molto bene, seguendo un percorso lineare, dieci tracce senza sbavature, da ascoltare e riascoltare, soprattutto per l’incanto poetico. Melodie da ninnananna e da soffici sogni marzolini. Non vuole strafare, non lo pretende. Attrae senza chiedere niente a nessuno, entrando così di soppiatto nella scena cantautoriale. Non sappiamo se ci rimarrà o se lentamente scomparirà, ma per ora è qui, voce morbida e suadente, parole dolci che reclamano solo un inchino.
Ilaria Del Boca - Indiependente Webzine - marzo 2012

Francesco Falorni, cantautore di Atterraggio Alieno, attraverso dieci pezzi dal sound acustico incisivo e particolareggiato, si impone nello scenario musicale attualmente fortemente dominato dai generi indie e folk rock, presentandosi alla stregua di musicisti già affermati sul piano tanto nazionale, quando internazionale. Così come cantautori italiani quali Dente o Brunori Sas, i quali si son fatti largo in maniera quasi eccelsa nel panorama musicale nazionale rifacendosi ad antenati quali Fabrizio De Andrè o Lucio Battisti, così Francesco Farloni vuole fare di Atterraggio Alieno un degno successore di tali cantautori, la cui musica è stata, è e resterà per sempre immortale.
Ma aprendo gli orizzonti ad una visione più ampia a livello internazionale, ascoltando alcuni pezzi de “Il disgelo” mi è sembrato quasi, un po’ per il sound acustico che lascerebbe pensare al suono di un ukulele, un po’ per il modo in cui è strutturato l’intro, di riconoscere lo stile di Eddie Vedder in “Into The Wild”, l’album in cui sono racchiuse le preziosissime colonne sonore dell’omonimo film. Le sensazioni a livello emozionale generate da pezzi come “Nero petrolio” o “Vorkuta” sono state le medesime di quelle provate dopo l’ascolto di “Society” e “Guaranteed”. L’atmosfera rilassante ed idillica creata dal decimo pezzo “Ho visto cose” mi riporta invece indietro nel tempo, fa affiorare nella mia mente un “Here comes a regular”, mi prende per mano e mi conduce nel vecchio Minnesota del 1979, dove i Replacements si presentavano come i precursori dell’alternative rock.
Anna Maria Schirano - YoutlessFanzine - marzo 2012

Atterraggio alieno è come un soffio di vento fresco nell'afa estiva, musica di cui ci si accorge di aver bisogno, parole che riportano alla mente pezzi di vita vissuta, sensazioni che resteranno attaccate alla pelle indelebilmente. Il disgelo è iniziato, lasciatevi coprire dalle sue note.
Antonio Giovanditti - Vivalowcost.com - marzo 2012

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